Cenni storici

Brevi cenni storici: Aritzo

Distante a circa 70 chilometri da Nuoro, Aritzo è divenuto un centro di villeggiatura, grazie alla natura incontaminata, all’aria salubre ed una miriade di sorgenti d’acqua leggera, tra cui le fontane Is Alinos e la funtana de S’Antantoni. All’interno del paese si affacciano, su stradine lastricate, le tipiche case in pietra con i balconi in legno o ferro battuto. Al centro si erge la parrocchiale di san Michele arcangelo, all’interno della quale sono custodite opere d’arte come: dipinti, statue, organo settecentesco e altare in marmi policromi.

All’esterno del paese ci si può immergere tra i boschi di castagni e noccioli, , alla scoperta del monumento naturale Texile, roccia ‘dolomitica’ a forma di fungo e delle domus de Janas di is Forros a Mont’e Susu.

Di Grande interesse sono anche le seicentesche carceri spagnole, di massima sicurezza fino a metà XX secolo – dove furono detenuti anche ufficiali francesi di Napoleone – caratterizzate da un sottopassaggio detto sa Bovida. Oggi sono ‘teatro’ di Bruxas, affascinante mostra su stregoneria, strumenti di tortura e sacra Inquisizione in Sardegna; il museo etnografico della montagna sarda che, attraverso un patrimonio di abiti tradizionali, maschere, attrezzi artigiani e di cucina, ricostruisce la cultura agropastorale barbaricina.

Aritzo è nota anche come ‘capitale delle castagne’, la cui sagra si festeggia a fine ottobre. Del Seicento è anche l’affascinante casa Devilla, nel centro storico, non lontana dal castello Arangino, costruito nel 1917 con pietra a vista, secondo modelli medioevali.

Si possono inoltre ammirare una collezione di cascie ( cassapanche in legno) prodotto con il legno di castagno dai famosi maestri di Aritzo, adibite a conservazione di pane e biancheria, e le opere di pittura e incisione dell’artista Antonio Mura nel palazzo comunale.

Da non scordare l’‘industria della neve’, attività di raccolta del ghiaccio nelle domos de nie (‘neviere’), profondi pozzi risalenti al XVII secolo. Sino a inizio Novecento, in estate, i niargios commerciavano blocchi di ghiaccio in tutta l’Isola e con essi preparavano sa carapigna, sorta di sorbetto al limone, celebre dolce locale, ancora oggi protagonista delle feste isolane e soprattutto di una sagra aritzese a metà agosto.